LA STORIA ...... PER GLI ASMODIAN

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LA STORIA ...... PER GLI ASMODIAN

Messaggio#1 » 03/08/2010, 17:10

Non è sempre stato così. Una volta i due lati di questo mondo erano come uno, noi siamo stati uniti come fratelli. Avevamo lo stesso aspetto, gli stessi ideali ed abbiamo condiviso uno scopo comune, proteggere la torre dell' eternità.
Quando fallirono, distrussero tutto.
Il nostro mondo, la nostra gente è stata strappata in due.
Nella metà inferiore di questo mondo, troverete un piccolo paradiso, tuttavia l'esistenza incantevole è temperata con il peccato, l'ingordigia e l'avidità, malriposto orgoglio e schiacciante arroganza.
Qui troverete gli Elyos, una razza di spregevoli creature la cui esistenza senz'anima è votata a decimare tutto che c'è di buono in questo mondo. Non siate ingannati dal loro aspetto da santi, sotto quella pelle pallida non vi è altro che oscurità.
La metà superiore di questo mondo è quella che noi, gli Asmodians, chiamiamo casa. Dopo l'epico cataclisma siamo stati scagliati nelle tenebre, nell'ignoto e non abbiamo avuto altra scelta che adattarci e sopravvivere.
Ogni singolo giorno il nostro mondo ci ha insegnato qualche cosa di nuovo, ha aperto i nostri occhi a nuove possibilità e ci ha dato un'incrollabile resistenza per ricostruire nuovamente le nostre vite. È con le nostre esperienze che abbiamo realizzato così tanto, non tutti i giorni vi viene data l'occasione di ricominciare, di correggere i vostri errori.
Ma aspettate, sto andando troppo avanti. Prima mi presento, il mio nome è Kineas e sono un Daeva, un essere creato durante la grande lotta contro i Balaur. Io, con la mia gente, ho fatto tutto necessario per assicurare il nostro posto legittimo in Atreia e faremo qualsiasi cosa per proteggere ciò che è nostro di diritto.
Se è guerra ciò che gli Elyos bramano, guerra avranno!
Il tempo per la pace è ormai passato , tutto ciò che abbiamo è il tempo per fargliela pagare.
Dopo tutto quello che è accaduto nel nostro mondo, ritengo che sia mio dovere riportare gli eventi che ci hanno condotto fino ad oggi. Ho scritto questo diario per raccontare gli anni che ci hanno portato alla nostra condizione attuale, forse inizierete a comprendere cosa ha indotto questo mondo a cambiare così.
Vieni ora - leggi e impara cosa vuol dire essere un Asmodian!


CAPITOLO 1 - UNITA'
Per iniziare parlerò dell'era che è esistita persino prima del mio tempo.
Le nostre storie raccontano di terre verdi e di ricchi pascoli, un mondo in cui potevamo prosperare e crescere felicemente con le nostre famiglie. Questa era l'epoca che esisteva anche prima degli Elyos e degli Asmodians, quando eravamo conosciuti semplicemente come esseri umani. Atreia era una. Un tutto. Poichè eravamo gli uni con gli altri, non c'era disaccordo, non fra i nostri mondi, né fra la nostra gente.

Gli anni passarono così, e sotto tutti i punti di vista i nostri antenati erano soddisfatti. Non posso che provare rabbia per queste notizie, essi non furono grati per il paradiso che era stato dato loro, davano per scontato che quel mondo gli fosse dovuto. Tuttavia, sapere quello che è successo da quel periodo dà un punto di vista diverso e forse è soltanto attraverso la possibilità di poter giudicare il passato che possiamo capire quei tesori che abbiamo avuto un tempo. Forse persino questo terreno devastato che ora chiamiamo casa è un paradiso confrontato a qualche altra terra, benchè trovi difficile immaginare un posto più ostile di questo.

Ma le cose presto sarebbero cambiate. A breve avremmo conosciuto l'orrore che Aion aveva in serbo per noi, poichè il nostro mondo stava per vedere un grande e lungo incubo avventare le proprie zanne scoperte ed incontrollabilmente assetate di guerra.


CAPITOLO 2 - CREAZIONE PROFANA
Questi incubi di cui parlo, venivano chiamati draken, ed erano creature terrificanti. Enormi e pesanti, le nostre armi improvvisate erano inutili contro la loro pelle dura. Ancora peggio, potevano dispiegare le loro ali e spiccare il volo in un attimo, rendendo le nostre misere difese inutili in un battito di cuore.
Presto la nostra gente imparò a nascondersi dai draken e senza un predatore naturale, il loro numero e la loro sicurezza si svilupparono in ugual misura. In poco tempo, diventò comune vedere nel cielo le loro sagome scure, create da Aion per dominare il nostro mondo.
Il loro desiderio di potere era insaziabile; intere razze vennero spazzate via dalla furia della calata dei draken. Essi portarono con loro le fiamme dell'inferno, al loro passaggio lasciavano poco piu di rovine carbonizzate e terre devastate.
Presto, dopo la carneficina iniziale queste bestie iniziarono a mostrare la loro intelligenza. Dopo aver scoperto la tendenza alla guerra dei Krall e dei Mau, i draken decisero di non distruggerli, ma preferirono sottomettere i superstiti, salvandoli solo dopo che avevano giurato eterna fedeltà ai loro nuovi padroni. Fu all'incirca in questo periodo che i draken subirono una sorta di evoluzione, alcuni di loro crebbero più grandi, più forti e più intelligenti dei loro simili. Queste creature vennero chiamate Dragons, non draken e tra loro, cinque presero il comando sui rimanenti.
Questi cinque furono chiamati i Dragon Lords (Signori dei Draghi). I cinque signori dei draghi, ora risvegliati, riorganizzarono rapidamente le loro forze, stabilendo una gerarchia militare nella loro società. Scelsero di cambiare nome alla loro gente “i Balaur". Con il loro nuovo titolo, queste bestie attaccarono con rinnovato vigore, decimando i pochi gruppi restanti che osavano rifiutare di sottomettersi.
Ancora non soddisfatti e alla ricerca di avversari più potenti, rivolsero la loro attenzione al dio di Atreia, Aion e chiesero gli stessi poteri che possedeva il nostro creatore. Quando Aion rifiutò, il Balaur, accecati dalla collera e guidati dall'avidità, si rivoltarono contro il nostro dio e riunirono le loro forze per un attacco alla grande Torre dell'Eternità.


CAPITOLO 3 - L'ASCESA
La mano di Aion fu forzata e così, per ritorsione, creò dodici forme, chiamate Empyrean Lords (I Lord Celestiali). Queste creature possedevano una tale bellezza e forza, che mai vedemmo prima di allora e, come i Balaur, potevano volare, ma attraverso una strana e curiosa sostanza, chiamata Aether. E così, la nostra fede nel nostro dio e la nostra devozione ad Atreia furono ricompensate! I Lord furono creati a nostra immagine! E furono inviate per salvare il nostro mondo, che ormai molti di noi, avevano imparato a chiamare casa.

L'inevitabile battaglia ebbe inizio e ben presto si trasformò in una lunga e sanguinosa guerra. Noi trovammo protezione all'interno dell'Aetheric Shield (Scudo Aetherico), creato intorno alla torre dai nostri Lord per proteggerci. Tuttavia lo scudo era piccolo, e così le terre al di fuori dei suoi confini rimasero sotto il controllo dei Balaur.
Al di fuori di esso i nostri Lord venivano indeboliti immediatamente, ma la stessa cosa avveniva se i Balaur provavano a violarlo e se solo uno di loro ci fosse riuscito, avrebbe radunato delle innocenti persone appena al di fuori dello scudo per assassinarle, così da attirare all'esterno i nostri Lord.
Erano delle creature spregevoli e le loro azioni non fecero altro che accrescere il nostro odio verso di loro!

Questo periodo successivamente venne chiamato la Guerra Millenaria e fu il tempo in cui noi umani potemmo ritornare a prosperare sotto le ali protettive dei nostri Lord.
Proprio durante questo periodo che io nacqui, crebbi in uomo e mi imbattei nell'Aether che Aion concesse a questo mondo. Questa strana sostanza non mi fu avversa, ma mi cambiò radicalmente.
L'Aether reagiva alla mia presenza ed io ad essa e in breve tempo la mia particolarità fu riscontrato in altre persone. Questi altri, questi Daeva, nascevano come umani, ma possedevano un'innata abilità nel manipolare l'Aether, usato in precedenza dai nostri Lord. Imparai a padroneggiare questa sostanza molto lentamente: all'inizio riuscivo solo a raffreddare l'aria intorno a me, ma con un lungo allenamento imparai a congelare i nemici ed evocare palle di fuoco da scagliare contro i Balaur.
Mi sentii onorato di questo potere, quasi come un dio, come se qualcuno trovasse in me una creazione massima da porre su un piedistallo. La possibilità che IO, figlio di un semplice contadino, potessi causare sofferenza a questi Balaur mi ESALTO'! - questo potere fu una benedizione che Aion mi concesse e non potrò mai sperare di ripagarlo.

In poco tempo il numero di Daeva crebbe a tal punto che i nostri Lord decisero di mobilitarci come forza da combattimento. Mi unii ad essa, progredendo velocemente tra i ranghi e abbandonando il mio bambino, quell'infantile ragazzo che chiamai in precedenza Phalaris.


CAPITOLO 4 - VILTA'
I progressi mi fecero scalare più facilmente le fila. Le mie abilità come mago erano di molto superiori rispetto agli altri Daeva e ciò mi conferì il controllo di un'intera legione, tutto questo dopo un solo anno! I combattimenti erano feroci e sebbene spesso venissimo mandati in prima linea contro i Balaur, i nostri Lord avevano sempre la bontà di proteggerci.
Le nostre capacità e le nostre tattiche si perfezionarono e finalmente fummo capaci di fronteggiare ed uccidere i draghi più giovani, draghi sciocchi e avventati, prima di essere costretti a ritiraci sotto la protezione dello scudo. É verò, erano solo piccoli passi, ma come ogni genitore sa, il bambino prima di poter correre, deve imparare a camminare.

Arrivò il giorno che lasciò noi tutti sconcertati.

Lord Israphel, uno dei due Guardiani della Torre dell'Eternità - Lord Israphel, che disprezzava come noi tutti i Draghi – dichiarò che noi avremmo dovuto fare pace con loro. Giunse alla conclusione che lo scopo della guerra non era annientare i Balaur. Bensì proteggere Aion.
Rimasi stupito. Stupito dal fatto che uno dei nostri salvatori perdesse così facilmente la sua convinzione, stupito che il suo coraggio e la sua feroce determinazione fossero abbandonati così...così all'improvviso. Ci fu molto disappunto tra gli Empyrean Lords. A quel tempo, la prospettiva di riappacificarci era impensabile...uno scherzo. Sembrava quasi che noi tutti avessimo una solo tasta. La proposta di Israphel era assurda!
Non tardarono.
Non passò molto tempo e i Lord più deboli dissero che non avevano mai avuto la forza per combattere e che non sopportavano più il peso dell'onere posto su di loro. Lady Ariel fu la prima a capitolare e con parole melliflue elogiò la saggezza di Israphel, la sua superiorità, il suo coraggio...CORAGGIO! – il coraggio nel proporre la pace. Ed ebbe l'impudenza di dire a NOI, come AVREBBERO DOVUTO pensare e comportarsi i Daeva!
Troppo velocemente lei e i suoi seguaci dimenticarono i sacrifici di migliaia di anni. E quale insignificante valore dettero al sangue delle nostre famiglie.
Ma gli altri Lord credettero fermamente nei loro intenti.
Essendo un Daeva, vissi a stretto contatto con alcuni dei Lord, ma solo con uno di essi operai al meglio delle mie capacità. Con il magnifico e nobile Lord Asphel. Con la sua indissolubile fermezza, e proprio grazie ad essa che avemmo i maggiori successi. Il suo comportamento e le sue qualità erano di ispirazione per molti di noi; e quando Ariel gli espose la sua insulsa implorazione, vidi dipingersi sulla faccia di Asphel il disgusto. É in quel momento che seppi dove riporre la mia fedeltà.
Si alzò in piedi, noi con lui, per parlare. Rimproverò Ariel per il suo disprezzo verso le morti con onore, e bocciò l'iniziativa di pace come un'ingenuità ed un'inutile perdita di tempo.
Nel salone scoppiò il caos. Ancora mi fischiano le orecchie...il fragore, la confusione, le parole di accusa e di odio, che si scambiavano le due parti. Successivamente, vidi Israphel che parlava pieno di ardore a Siel, che ascoltava con molta attenzione. Israphel insistette nel dire che si potesse difendere Aion unendo le forze e stando in pace, piuttosto che stare in un costante conflitto. Con mio immenso orrore, vidi Siel annuire.
Per preservare un margine di accordo, tutti noi fummo concordi nell'abbandonare il salone e lasciare i 12 Empyrean Lords alle loro discussioni. Mi allontanai con i miei compagni d'armi, che ritenevano come me che la via di Lord Asphel fosse l'unica giusta; ma altri con il favore della notte, strisciarono dall'accampamento per unirsi con i gruppi a cui appartenevano, quelli dei codardi. Così si iniziarono a formare dei campi separati, per distinguere i vigliacchi dai giusti.
In quella notte attendemmo pazientemente il risultato. La ricordo ancora molto bene quella notte; Stavo guardando l'orizzonte, soffermandomi su dei pennacchi di fumo che si scorgevano, e riflettevo sul fatto che non ci fosse nessun modo per decretare la pace tra noi e i Balaur. Tornando al passato rimembrai le decadi di perpetuo combattimento, ricordai quegli occhi scuri senza anima, imperturbabili ed inesorabili massacrare la mia famiglia e i miei amici, senza una precisa ragione, ma solo per il loro bestiale desiderio di dominazione.
Seppi che Siel rigettò la proposta di Israphel. Seppi che Asphel sostenne la sua causa, la NOSTRA causa e che gli altri, perfino Lady Ariel capì le sue motivazioni e le accettò. SEPPI queste cose; e quando finalmente gli Empyrean Lords uscirono, la decisione che presero mi sconvolse, e mi fece lasciare la legione annaspando. Lady Siel cedette. Nonostante le nostre proteste, lei e Israphel, come Guardiani della Torre dell'Eternità ebbero l'ultima voce in capitolo rispetto ai Dodici.
La decisione fu incontestabile. Avremmo dovuto trattare con i Balaur. Ancora sento le urla di gioioso trionfo di Ariel e le insensate melodie di pace intonate dalle sue quattro legioni.
Infine Asphel uscì dal salone, la sua faccia era furiosa. Se ne andò immediatamtente, io presi il volo subito dopo di lui portando con me un significativa numero di Daeva.


CAPITOLO 5 - IL GRANDE CATACLISMA
Così, dopo qualche giorno, il controverso congresso di pace iniziò. Come segno di rispetto ai cinque signori dei draghi, il campo di forza Aetherica intorno alla torre venne abbassato e vennero invitati all'interno della colossale struttura per le trattative.
Una vita passò nell'arco di pochi minuti.
Guardai gli occhi dei miei legionari e vidi la sfiducia e la rabbia perchè le nostre convinzioni erano così deboli da lasciare queste bestie, che ci avrebbero fatto inginocchiare ai loro piedi persino ora, trattare con noi. Mi sono girato verso il mio centurione più fidato e sono andato parlare con lui, quando, velocemente come uno schiocco di dita, tutto è cambiato.
C'erano grida, confusione, una disfatta. Uno dei Balaur era caduto e Lord Asphel stava in piedi pronto a combattere, con gli occhi fiammeggianti. I Balaur attaccarono. Voci gridavano a Siel e Israphel di sollevare di nuovo il campo Aetherico, ma per la seconda volta, ci delusero. Persi nel tumulto, non riuscirono a coordinarsi per difendere la torre. Sotto i furiosi artigli e le armi dei Balaur, la torre iniziò a sfaldarsi e cadere a pezzi. Ricordo il viso torturato del Israphel, deformato dalla colpa, mentre spediva Lord Asphel e tutte le sue legioni di Daeva verso il Nord, mentre Siel ordinava ad Ariel e i suoi di andare al sud. Restava una speranza. Lavorando in due gruppi, uno ad ogni estremità della torre, i signori Celestiali avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per impedire il crollo della torre. Abbiamo lottato strenuamente. Quelli a sud, ora lo sappiamo, non lo hanno fatto.
In un istante il nostro mondo venne gettato nelle tenebre appena la luce della torre si spense. Le persone vagavano urlando e scappando da tutte le parti. Ricordo quel momento come se fosse ieri; Guardavo verso l'alto e vidi frammenti della torre spezzarsi e cadere, illuminati soltanto dalla luce tremula della grande struttura. Mi ricordo mentre stavo là, congelato dall'orrore mentre un enorme frammento della torre precipitava verso di me. Ricordo bene quel giorno… fu il giorno che scoprii l'altro dono che essere un Daeva mi aveva concesso: immortalità.
Mi svegliai, osservai il nostro grande mondo e vidi Atreia spezzata in due metà. La metà inferiore era irradiata da una luce forte e splendente, mentre la nostra era immersa in una gelida, desolante oscurità.
La conferenza di pace era finita.

CAPITOLO 6 - CONSEGUENZE


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Lentamente i nostri occhi si adattarono, e lentamente ci ritrovammo. La nostra gente era stata decimata, terrorizzata: nessuno sapeva come era sopravvissuto al disastro. Dissi a tutti quelli che trovavo di accamparsi e di stare al caldo. Quindi mi diressi verso il moncone che era stato la base della nostra torre.

E' stato li che trovai una benedizione: i cinque Empyrean Lords che erano stati inviati a proteggere l'integrità di Aion erano sopravvissuti!
Ci radunarono tutti, ci dissero che il nostro mondo era cambiato per sempre, e ci dissero il perchè. Ancora peggio era stato il prezzo di questo tentativo di pace: milioni di caduti, e Siel e Israphel, i due Guardiani della Torre, si erano sacrificati affinchè potessimo vivere in loro vece. Durante la loro vita avevano commesso una grande follia, ma la loro morte non era stata disonorevole e in silenzio li ricordammo.

Tornai al nostro campo di fortuna subito dopo ed aiutai ad erigere un enorme falò per attirare altri superstiti. Nei giorni seguenti ne arrivarono a migliaia martoriati, lividi e sconvolti dagli eventi accaduti. Fui così fortunato da trovare Phalaris, mio figlio, tra i sopravvissuti, tuttavia nessun altro del mio villaggio era sopravvissuto.

Passarono giorni, poi settimane. Divenne evidente che il nostro mondo, il nostro mondo ormai frantumato, si era stabilizzato e il nostro destino era di nuovo nelle nostre mani.
Aion, sembrava scomparso come sembrava scomparso l'Aether che alimentava i miei poteri. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii di nuovo vulnerabile. Non volevo lasciare che la paura prendesse il soppravvento sulla mia volontà così parlai con Asphel e iniziammo a pianificare la fondazione di una nuova casa per tutti noi.



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750 lunghi anni sono passati e ho visto un gran numero di cose cambiare. Presto lasciammo i falò perchè i nostri occhi si stavano abituando alle tenebre. La nostra città venne fondata, chiamata Pandemonium e presto è diventata una grande città. Vidi rinascere il nostro popolo, adattarsi e contro ogni aspettativa evolversi, sempre sotto la guida dei nostri Lord Shedim.

La nostra evoluzione ci cambiò anche fisicamente. La nostra pelle divenne pallida avvolta dalle tenebre e la dura terra, cosparsa di asperità affilate come rasoi, trasformò i nostri piedi in artigli.
Le nostre mani, si anche loro, acquisirono magnifici rostri come per avvisare che nessuno della nostra razza, da allora in poi, sarebbe più stato disarmato.
Questi indelebili marchi in principio furono difficili da accettare anche per me ma furono necessari per la nostra soppravvivenza e non avemmo altra scelta se non di portare questo fardello.
Per noi, furono il prezzo del tentativo di pace di Israphel, che Ariel era stata così sciocca da supportare.

Un quel periodo vidi anche Phalaris invecchiare e morire, così come i suoi figli, e i loro discendenti.
Questa è la vita di noi Daeva.


CAPITOLO 7 - L'ABYSS

Un giorno accadde qualcosa di strano. I frammenti della torre che si erano conficcati nel terreno dopo il cataclisma ripresero ad emanare luce, dopo di che si staccarono dal terreno e iniziarono a fluttuare in aria attorno a noi. Per via di questo strano evento Asphel chiamò gli Archons, l'unità in cui militavano i Daevas più forti, di cui io facevo parte, per investigare.

Partimmo immediatamente e trovammo un portale che ci trasportò in un altra parte del mondo. Da qualche parte tra Asmodea e la parte inferiore di Atreia. Qui giganteschi massi fluttuavano nell'aria. Era un luogo in cui l'Aether, da cui dipendevo per i mie poteri, era presente in grande quantità. Provai un senso di grande sollievo appena mi accorsi che le mie abilità erano ancora intatte. Ritornai a Pandaemonium per riferire al nostro Lord Shedim cosa avevamo visto e come lo venne a sapere Asphel, ordinò immediatamente ad altri Archons di fare la guardia a quel portale, quando gli chiesi il motivo non mi rispose. Continuò semplicemente a tenere lo sguardo fisso sul cielo, verso la zona inferiore di Atreia.

Due giorni dopo, mentre stavamo pianificando una seconda spedizione attraverso il portale, notammo che le guardie appostate a Morheim non avevano ancora fatto rapporto. Allora Zikel, uno degli Shedim Lords e nostro dio della distruzione, prese i restanti Archons, incluso me, per indagare.

Non dovemmo viaggiare molto per incontrare un gruppo di uomini, che affermavano di provenire dalla zona inferiore di Atreia, già in posizione e con le armi sguainate. Queste creature erano simili ad angeli e anche se parlarono poco, ci giudicarono immediatamente. Immaginate – essere giudicati di un crimine che loro, non noi, avevano commesso! Non eravamo noi quei cretini con-il-cuore-tenero che diedero il benvenuto ai Dragon Lords nella nostra torre in-piena-guerra, erano loro!

La rabbia di Zikel era fin troppo evidente, e scagliò questi “Elyos” per terra, maledisse Nezakan, uno degli Empyrean Lords che fu debole a tal punto da richiedere la pace con i Balaur. Il tempo e la manfrina di Zikel, svelarono i veri responsabili. Avrebbero potuto questi Elyos ammettere l'errore dei loro Lord e condannarli per la loro stupidità?

Il loro leader, un uomo di nome Deltras, rifiutò. Con quell'orgoglio che conosciamo e che ormai ha corrotto tutti gli Elyos, si rifiutò categoricamente di incolpare i suoi Lord e addirittura maledisse il nostro dio Zikel. Le nostre spade erano ormai sguainate, così caricammo, falciandoli per quei codardi che sono. Infatti qualcuno di loro riuscì a scappare, la maggior parte, frustrati dall'imminente sconfitta, si diressero verso le nostre città, dove macellarono le nostre donne e i nostri bambini prima che riuscissimo ad abbatterli. Solo due di loro riuscirono a fuggire tornando nella loro terra, insanguinati ma non sconfitti. Non ancora.


CAPITOLO 8 - UN NUOVO NEMICO, UN VECCHIO NEMICO

Quel giorno siamo tornati a Pandaemonium e subito abbimo iniziato a radunare le forze per una guerra contro questi Elyos. Il giorno dopo ci siamo di nuovo scontrati in combattimento e la guerra scoppiò su larga scala.

Presto si presentarono anche gli esseri che si definivano Balaur che, dopo un lungo esilio dentro l'Abyss, avevano trovato un modo per liberarsi dalla loro prigione. La loro sete di sangue era insaziabile come prima e, considerando i loro vecchi alleati ancora dalla loro parte, disponevano di un potere da non sottovalutare.

Ora, però, abbiamo scoperto cosa ha dato alla nostra missione un vero senso di urgenza. Ad ogni resiro esalato il nostro pianeta emette emorragie di Aether fuori dalla nostra atmosfera. Abbiamo speso molti mesi di ricerca per risalire alla fonte di questo sanguinamento, continuando a cercare attraverso l'Abyss fino ad Asmodae fino a quando non ce lo siamo ritrovati davanti a noi.

Sono due torri. Esiste tra loro una potente risonanza, una vibrazione invisibile tra le due parti separate del nostro mondo. Come se, in memoria della Torre dell'Eternità, piangessero attraverso al vuoto e con il loro riverbero avessero creato l'Abyss.

L'Abyss assorbe l'Aether, drenandolo via come se si versasse acqua in un crepaccio.
Ora l'Aether si diffonde impercettibilmente e sottilmente ogni giorno che passa e presto influenzerà i nostri Daevas e il nostro pianeta. Atreia era tenuta assieme dal legame Aetherico creato da Siel e Israphel che rilasciavano Aether dai loro corpi, un processo che effettivamente si è interrotto con proprie vite. Presto l'Abyss indebolirà questo legame, e se lo dovesse rompere, la nostra atmosfera collasserebbe e tutti su questo pianeta morirebbero.

Ci resta solo una valida tattica. La risonanza non può continuare se solo un moncone della torre sopravvive. La nostra missione è chiara: dobbiamo distruggere la torre di luce. Solo allora sarà possibile porre fine a questo sanguinare e salvaguardare la vita degli Asmodian dalla arrogante tirannia con cui gli Elyos ci minacciano.

Questa volta non esiteremo. Non ci sarà nessun freno alle nostre spade, solo una brutale e irresistibile ondata di distruzione che finalmente toglierà dalle nostre case l'arroganza di stupidi e ingenui che ancora infestano le nostre terre.

Il nostro destino è ancora una volta nelle nostre mani. E questa volta non falliremo.

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